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29/12/2025 14:55
Dopo l’apertura del ministro Calderoli a rivedere la nuova classificazione dei comuni montani italiani che, ad oggi, li ha ridotti da circa 4000 a 2800 e provocato forti proteste e prese di posizione, la vicenda continua a far discutere in Oltrepò Pavese. Con le nuove regole, dei 18 Comuni che compongono oggi la Comunità montana, se ne salverebbero, per così dire, soltanto 7. Quelli, cioè che rispettano i requisiti di altitudine e pendenza appena introdotti dalla nuova Legge sulla montagna. E tra i sindaci dell’Appennino pavese si starebbe mettendo a punto una lettera “corale” da mandare proprio a Calderoli, per chiedere di ripensarci e di escludere dai nuovi criteri tutti qui comuni che fanno già parte di una Comunità montana come quella dell’Oltrepò. Anche perché - ragionano - non avrebbe molto senso che Regione Lombardia li classifichi come montani e come “area omogenea” e lo Stato no.
Del resto, a complicare ancora di più la vicenda, c’è il fatto che, a partire dal 2008, quando lo Stato affidò la competenza (e il loro finanziamento) della Comunità montane alle Regioni, la Lombardia fu tra le poche a decidere di mantenerle in funzione.
Come finirà? Presto per dirlo, ciò su cui sono più o meno tutti d’accordo è che la nuova Legge, al di là della dotazione finanziaria oggi molto ristretta, contenga più di un elemento positivo, in grado di incentivare giovani e lavoratori a tornare sui monti e magari metter su famiglia.
Ma dove inizino davvero questi monti e dove finiscano, è ancora da capire.