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23/12/2025 15:08
È una pagina che si chiude, ma lascia aperte ferite profonde, quella del Cpr di via Corelli. Una struttura finita al centro di un’inchiesta che ha scoperchiato un sistema di gestione fatto di risparmi sui servizi essenziali e condizioni definite dagli inquirenti disumane.

L’ex gestore del centro di permanenza per i rimpatri, Alessandro Forlenza, amministratore di fatto della Martinina srl, ha patteggiato una pena di 2 anni e 3 mesi, con una multa di 2mila euro, per frode nelle pubbliche forniture e turbativa d’asta. Il patteggiamento è stato ratificato dal giudice della decima sezione penale di Milano. Per la società è arrivata anche una sanzione da 30mila euro e l’interdizione dall’attività d’impresa per un anno e otto mesi.

L’inchiesta della Procura di Milano, coordinata dai pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri e condotta dalla Guardia di Finanza, aveva portato nel dicembre 2023 al sequestro del ramo d’azienda che gestiva il centro, poi posto in amministrazione giudiziaria e affidato a un nuovo gestore dopo un altro bando della Prefettura.

Le indagini avevano ricostruito un quadro durissimo: cibo infestato da vermi, strutture fatiscenti, bagni e letti in condizioni precarie, assenza di mediatori culturali e linguistici, uso improprio di psicofarmaci. Un sistema che, secondo gli inquirenti, permetteva alla società di incassare fondi pubblici senza garantire servizi adeguati ai migranti trattenuti.

Resta aperta, infine, la posizione della madre di Forlenza, Consiglia Caruso, formalmente amministratrice della Martinina srl, che ha scelto il rito ordinario e sarà giudicata nei prossimi mesi. Una vicenda giudiziaria che segna un passaggio importante, ma che riaccende il dibattito sulle condizioni e sul controllo dei centri di permanenza per i rimpatri.