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30/07/2025 17:59
Dopo quasi un anno e mezzo di carcere e pressanti richieste della difesa, il giudice ha concesso gli arresti domiciliari per Liliana Barone, la donna accusata di aver ucciso lo zio Carlo Gatti, ai primi di febbraio del 2024 in questa abitazione di Canavera, nel comune di Colli Verdi.
La 47enne, che si è sempre proclamata innocente, si trova ora in una casa di Colli Verdi con il divieto di allontanarsi.
Nel dispositivo il giudice ha parlato di “significativa modificazione in ordine alle esigenze cautelari, in ragione dello sviluppo dell’udienza preliminare e della difficile ripetibilità di fatti analoghi” e del pericolo di fuga.
È l’ultimo atto di una vicenda giudiziaria ormai alle battute finali e che dovrebbe vedere la sentenza il prossimo 30 settembre. Durante l’ultima udienza di mercoledì 30 luglio il giudice Luigi Riganti ha ascoltato le repliche della Procura, che ha confermato la richiesta di 14 anni e 4 mesi di carcere per omicidio volontario, e quella della difesa, affidata all’avvocato Laura Sforzini, che ha nuovamente sottolineato l’assenza di prove certe a carico della sua assistita, ribadendo la tesi dell’incidente che sarebbe accaduto a Gatti, anziano e malato, e di cui lei non si sarebbe accorta che al mattino: a suffragio di questa tesi ci sarebbe, tra l’altro, il fatto che l’autopsia avesse escluso ferite mortali alla testa per Gatti.