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08/10/2025 18:33
Nuovo capitolo nell’inchiesta Equalize, il caso di presunti dossieraggi e accessi illegali a banche dati che ha scosso Milano e toccato anche ambienti istituzionali.
Davanti ai magistrati è tornato a parlare Enrico Pazzali, ex manager ritenuto dagli inquirenti la “mente” della centrale di spionaggio digitale, ma che oggi respinge le accuse: «I dossieraggi sono stati fatti a mia insaputa».
Secondo quanto si apprende, Pazzali avrebbe chiarito i suoi rapporti con figure di vertice delle forze dell’ordine e con esponenti istituzionali, collocandoli – dice – in un contesto di piena legalità.
Già lo scorso luglio, il Tribunale del Riesame, pur confermando il quadro accusatorio della procura, aveva negato la misura cautelare per Pazzali, sottolineando che non avrebbe più la capacità o le competenze tecniche per ripetere quei reati.
Nell’inchiesta, che conta 202 capi d’imputazione, gli investigatori ricostruiscono una struttura organizzata come un’impresa “illecita”, con ruoli distinti e finalità economiche. Tra il 2019 e il 2024, il gruppo avrebbe raccolto e venduto informazioni riservate su centinaia di persone, tra cui manager, politici e personaggi noti come Paolo Scaroni e Alex Britti, per trarne profitto o esercitare pressioni di natura ricattatoria. Tra gli altri indagati anche Giacomo Gallo e Massimo Calamucci, quest’ultimo già collaboratore dell’inchiesta, autore di verbali rimasti in parte segretati.
Una vicenda che la stessa procura definisce “più allarmante” di altri scandali simili del passato e che continua ad allargarsi, con nuovi filoni ancora aperti.