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04/02/2025 18:38
Esattamente un anno fa, il 4 febbraio, in questa casa di Canavera, nel comune di Coli Verdi, un fatto inquietante e ancora da chiarire turbava la tranquillità di questo appartato angolo d’Oltrepò: il padrone di casa, Carlo Gatti, 89 anni, viene trovato morto in circostanze misteriose.
A dare l’allarme attorno alle 8 del mattino, la nipote acquisita, Liliana Barone, che da qualche Otempo viveva con lui e lo aiutava nelle faccende domestiche. All’arrivo dei soccorsi l’anziano è a terra accanto al letto in un lago di sangue. Lei, sotto choc, farfuglia qualcosa, “l’ho ucciso”, sembra abbia detto.
Dopo i primi interrogatori, la donna viene arrestata e portata in carcere a Vigevano, dove si trova tuttora, nonostante le reiterate richieste di concedere gli arresti domiciliari da parte della difesa secondo cui la donna non c’entrava nulla e quelle sue prime parole erano un modo di esternare un senso di colpa per non essere riuscita a salvarlo. Al contrario, per la procura di Pavia, che ha appena chiuso le indagini e si prepara a disporre il rinvio a giudizio per omicidio volontario, sarebbe stata lei a ucciderlo.
Lo dimostrerebbero per esempio le tracce di sangue trovate sul cuscino dell’anziano, che quindi potrebbe essere stato colpito alla testa mentre era nel letto e non ritrovato già a terra esangue dalla donna in un secondo momento. Un oggetto contundente compatibile con il delitto, tuttavia, è stato mai ritrovato e anche l’autopsia non avrebbe confermato il decesso a seguito di violenza.