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01/08/2025 16:14
Tra meno di due settimane saranno passati esattamente 18 anni. Il 13 agosto del 2007, nella villetta di via Pascoli, viene trovato il corpo della 26enne Chiara Poggi: a dare l’allarme è il fidanzato, Alberto Stasi, all’epoca studente dell’università Bocconi. Da allora, il delitto di Garlasco è stato più volte al centro del dibattito pubblico, una vicenda di cronaca che ha avuto una rilevanza mediatica con pochi precedenti in Italia.

Dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi a 16 anni di carcere, arrivata dopo due assoluzioni in primo e secondo grado, il caso viene riaperto nel marzo del 2025, con un nuovo indagato: si tratta di Andrea Sempio, un amico del fratello di Chiara, che era già stato indagato nel 2016. Le indagini, allora, erano state però archiviate. Il colpo di scena riaccende i riflettori su Garlasco, sul delitto, su una storia che continua – nonostante tutto – a riempire le prime pagine dei giornali e a occupare spazio nelle trasmissioni televisive.

Sempio è accusato di omicidio in concorso. Viene disposto quindi un “incidente probatorio”, ovvero un’udienza (in questo disposta su più giorni) che ha la funzione di anticipare l’acquisizione e la formazione di prove durante le indagini preliminari, che possano poi essere “portate” davanti al giudice. I consulenti devono analizzare il dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, sui “para-adesivi” delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e sugli oggetti già analizzati presso i laboratori del RIS di Parma, oltre che sui campioni biologici e sui reperti che non sono mai stati sottoposti ad analisi genetica.

Il dna andrà poi comparato con quello dello stesso Sempio, ma anche di diverse altre persone, compreso chi frequentava la casa dei Poggi nel 2007. I periti dovranno presentare le loro conclusioni alla giudice di Pavia, Daniela Garlaschelli, e poi a riferire in aula il 24 ottobre. Tra poco più di due mesi, insomma, il quadro di questa nuova indagine sarà più chiaro.