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07/05/2025 16:50
A quasi 50 anni dal duplice omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, avvenuto il 18 marzo 1978 nei pressi del Centro Sociale Leoncavallo di Milano, la magistratura riapre il fascicolo. La gip Maria Idria Gurgo di Castelmenardo ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri Francesca Crupi e Leonardo Lesti, autorizzando nuove indagini che punteranno ancora una volta agli ambienti della destra eversiva dell’epoca.

Secondo quanto emerso, i pm intendono ascoltare meno di una decina di testimoni, molti già noti alle indagini precedenti, appartenenti o vicini alla galassia neofascista romana e milanese. L'inchiesta si concentrerà anche su una consulenza dattilografica, mai effettuata in precedenza, su alcuni volantini firmati dalla sigla "Esercito nazionale rivoluzionario - Brigata combattente Franco Anselmi", che rivendicavano non solo l’omicidio dei due giovani, ma anche due attentati esplosivi avvenuti a Roma nel maggio 1978.

Nelle carte, già negli anni ’80 e ’90, erano emersi nomi noti: da Angelo Izzo, il cosiddetto “mostro del Circeo”, ai fratelli Cristiano e Giusva Fioravanti, fino a Massimo Carminati, Claudio Bracci e Mario Corsi, ora di nuovo sotto i riflettori. Le piste principali restano due: quella romana, legata ai Nuclei armati rivoluzionari, e quella milanese, relativa a gruppi neofascisti locali coinvolti in attività violente e traffici di droga.

Tra i primi a commentare la svolta giudiziaria c’è stato il presidente del Senato Ignazio La Russa, che si è detto soddisfatto della decisione: “Sono contento che la magistratura abbia deciso di fare chiarezza e individuare i colpevoli degli omicidi di Fausto e Iaio”.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha sottolineato come la riapertura del caso sia il frutto di un’iniziativa promossa dal Consiglio comunale, che lui ha appoggiato “in pieno”. “Perdonare si può, ma solo partendo dalla verità e dalla responsabilità. Questa è una buona notizia”, ha dichiarato. Sala è tornato anche sulla sua proposta di intitolare una via alle vittime del terrorismo di tutti gli schieramenti politici: “Chi fa il sindaco deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Anche se non tutti sono d'accordo, andrò avanti. Serve trovare uno spazio adeguato, ma è una proposta che ha senso”.

L’omicidio di Fausto e Iaio ha segnato profondamente la Milano degli anni di piombo. Militanti del Leoncavallo, impegnati contro l’eroina e nel sociale, furono freddati da ignoti killer con nove colpi di pistola. Nessuno è mai stato condannato per quell’assassinio. Ora, grazie a nuovi elementi e alla determinazione di familiari, avvocati e associazioni, il caso si riapre. E con esso la speranza che, dopo quasi mezzo secolo, possa finalmente arrivare una verità giudiziaria.