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02/07/2025 17:14
In Lombardia c’è una città fantasma che nessuno vede. Ha 38mila porte chiuse, finestre sbarrate e corridoi silenziosi: sono gli alloggi popolari vuoti nel 2024, 5.662 in più rispetto all’anno prima. Un patrimonio immobiliare che resta inutilizzato mentre cresce la domanda di case a canone sostenibile.
Secondo i dati raccolti dal Partito Democratico attraverso gli accessi agli atti in tutte le Aler lombarde, il fenomeno non solo non si arresta, ma accelera. Nel 2022 le case sfitte erano 19.534, l’anno dopo 32.536. Oggi sfiorano quota 38mila, di cui oltre 23mila in gestione Aler e il resto nei Comuni, spesso troppo piccoli per affrontare da soli spese di manutenzione e ristrutturazione.
Milano è il caso più evidente: su 17.675 alloggi sfitti, oltre 11.500 fanno capo ad Aler. Ma l’emergenza si estende a tutto il territorio, con direttive regionali che — come si legge nei bilanci interni — escludono dal conteggio migliaia di case non ancora riassegnate per motivi tecnici o burocratici.
Alla denuncia politica, l’assessorato alla Casa di Regione Lombardia ha risposto annunciando lo stanziamento di 22 milioni di euro per aiutare le famiglie in difficoltà economica che già abitano negli alloggi pubblici. Una misura che però — secondo l’opposizione — non affronta il nodo centrale: quello delle troppe case vuote e dei troppi cittadini ancora in attesa.