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12/09/2025 15:38
Dopo la scomparsa di Giorgio Armani, ora a tenere banco è il futuro del gruppo, racchiuso nelle ultime volontà dello storico fondatore. Il testamento, aperto in questi giorni, prevederebbe disposizioni precise per l’azienda e per il patrimonio personale dello stilista.
Le quote della Giorgio Armani Spa sono state lasciate alla Fondazione che porta il suo nome, con la regia del compagno e collaboratore storico Leo Dell’Orco e dei familiari più vicini. Ma la vera novità riguarda l’obbligo di cedere parte del capitale nei prossimi anni.
Entro diciotto mesi dalla successione dovrà infatti essere venduto almeno il quindici per cento della società a un grande gruppo internazionale del lusso o a un soggetto concordato. Dal terzo al quinto anno, la vendita dovrà salire ad almeno il trenta per cento, fino a oltre la metà del capitale. In alternativa, la Fondazione potrà decidere di quotare l’azienda in Borsa tra il quinto e l’ottavo anno, mantenendo comunque un controllo minimo del trenta per cento.
Oltre all’azienda, nel testamento sono indicati anche immobili, opere d’arte e altri beni, con l’usufrutto di alcune proprietà lasciato a Dell’Orco.
L’obiettivo di queste disposizioni sembra essere garantire la continuità e la stabilità del marchio Armani, mantenendo i valori del fondatore anche dopo l’apertura a nuovi soci o alla Borsa.
Nel documento viene spiegata anche la nuova governance della Fondazione mentre invece sembra non esserci nulla sull'Olimpia Milano, squadra di basket di cui lo stilista era proprietario al 100%. Pertanto il club rientrerà nella successione in modo lineare: la Fondazione Armani avrà il 30% dei diritti di voto, Leo Dell'Orco il 40% e i nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana il 15% a testa.