Videonews


07/05/2025 16:27
Si è visto ridurre la pena in appello, dall’ergastolo a 21 anni, ma alla lettura della sentenza in tribunale i suoi famigliari hanno ugualmente urlato “vergogna”, perché lui si è sempre professato innocente. Stiamo parlando di Benedetto Marino, 45 anni, unico imputato per l’assassinio di Paolo Salvaggio, personaggio vicino alla cosca di ‘ndrangheta dei Barbaro-Papalia ucciso nell’ottobre 2021 a Buccinasco in un agguato in pieno giorno mentre passeggiava in bicicletta. Benedetto Marino era ritenuto partecipe dell’omicidio in quanto la sua compagna lo riconobbe in un filmato della videosorveglianza mentre faceva entrare in auto uno dei sicari per poi mettersi al volante e fuggire. Benedetto Marino ha invece sempre negato ogni coinvolgimento. In primo grado era stato condannato all’ergastolo, in appello gli sono stati comminati 21 anni in quanto è caduta l’aggravante della premeditazione. L’omicidio Salvaggio è sempre stato avvolto dalle ombre: mai rintracciati gli esecutori materiali, mai compreso il movente. La vittima aveva precedenti importanti nella criminalità organizzata, ma nell’ultima fase della sua vita non si ha certezza di suoi contatti con la ‘ndrangheta. Quando fu ucciso era gravemente malato, con scarsissime possibilità di sopravvivenza. Dalle indagini emerse solo il nome di Benedetto Marino. Dopo la condanna in appello, per tentare di dimostrare quell’innocenza che dichiara da anni, gli rimarrà solo la possibilità di un ricorso in Cassazione.