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05/12/2025 17:54
È la storia di un pezzo di Milano che cerca di non scomparire: Leoncavallo, lo storico centro sociale milanese sgomberato quest’estate dalla sede in via Watteau dopo 31 anni, prova a ricominciare con un nuovo sogno.
Il Comune ha messo a bando un immobile in via San Dionigi, alla periferia sud-est della città, e Leoncavallo — tramite l’associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo — ha fatto domanda.
Secondo i testi pubblicati dai militanti sui social, la proposta riflette la volontà di dare continuità a un’esperienza culturale e sociale che ha segnato la vita di molte generazioni: non solo concerti, dibattiti e attività artistiche, ma un luogo di aggregazione, appartenenza, memoria.
Le difficoltà però non mancano. L’immobile individuato necessita di costosi lavori di riqualificazione: bonifica, allacci fognari, ristrutturazione — una spesa importante per una realtà come Leoncavallo.
Per questo motivo, gli attivisti chiedono che le spese di sistemazione siano a carico del Comune, per garantire che lo spazio non sia solo un involucro, ma un luogo vero, accessibile e pronto ad accogliere di nuovo persone.
E poi c’è il desiderio — forse una speranza — di tornare nella vecchia sede di via Watteau: «Una parte della storia della città e del nostro lavoro non può andare persa» scrivono.
Un richiamo forte alla memoria collettiva e all’idea che Milano possa — ancora — offrire un “porto sicuro” per chi cerca cultura, comunità, resistenza.