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18/09/2025 17:47
Si chiude con tre patteggiamenti e due proscioglimenti la vicenda giudiziaria legata alla tragedia del Mottarone, l'incidente della funivia nel quale - il 23 maggio del 2021 - morirono 14 persone. Tra loro c'erano anche i genitori, i nonni e il fratellino del piccolo Eitan Biran, il bambino pavese unico sopravvissuto al disastro, poi finito al centro di una lunga disputa legale per l'affidamento.

Il titolare delle Ferrovie del Mottarone, Luigi Nerini, ha patteggiato una condanna a 3 anni e 10 mesi, mentre Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore d'esercizio e capo servizio dell'impianto, hanno patteggiato 3 anni e 11 mesi e 4 anni e 5 mesi. I tre dovevano rispondere di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose: i soli Tadini e Perocchio erano accusati anche di falso. Sono stati invece prosciolti dalle accuse Martin Leitner e Peter Rabanser, i due dirigenti della società altoatesina che curava la manutenzione della funivia.

Le pene concordate per Nerini, Perocchio e Tadini, quando diventeranno definitive, consentiranno di accedere all'affidamento ai servizi sociali e di evitare - di fatto - il carcere: questo perchè per i primi due si tratta di condanne al di sotto dei quattro anni e per Tadini vanno invece scontati i sei mesi trascorsi ai domiciliari.

"Questo risultato non è il migliore, ma è una soluzione complessivamente adeguata - ha commentato il procuratore di Verbania, Alessandro Pepè. Siamo consapevoli della profondità del dolore dei familiari delle vittime, ma il processo penale non può mirare a restituire nulla e neppure ad attenuare il dolore. "Riteniamo che questo tipo di atteggiamento, che certamente non applica pene particolarmente severe, possa essere preferibile rispetto all'inizio di un percorso dibattimentale che sarebbe stato molto lungo e anche dall'esito incerto. I tempi della prescrizione li conosciamo - ha concluso il procuratore - e non sono particolarmente lunghi".