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29/10/2025 15:50
Ogni tre secondi, da qualche parte nel mondo, qualcuno viene colpito da un ictus. Dodici milioni di nuovi casi ogni anno, più di cento milioni di persone che convivono con le sue conseguenze: difficoltà a parlare, a muoversi, a riconoscere i volti. Solo in Italia, sono 196 mila le persone colpite ogni anno, e per una su tre l’ictus significa una perdita permanente di autonomia.

Numeri che spiegano perché oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’Ictus, l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano ha aperto le porte alla cittadinanza. Un incontro pensato per far capire che il cervello, come il cuore, ha bisogno di prevenzione. Gli esperti hanno raccontato che l’ictus è si improvviso ma spesso manda piccoli segnali d’allarmee riconoscerli in tempo può salvare la vita.

Oggi circa il 65% degli ictus è di tipo ischemico, cioè causato da un’arteria che si chiude, mentre il resto è dovuto a emorragie cerebrali. Ma la buona notizia è che molti fattori di rischio si possono controllare: pressione alta, diabete, colesterolo, fumo, sedentarietà, dieta squilibrata o eccesso di alcol.

Stili di vita sani che riducono il rischio di quella che resta la seconda causa di morte al mondo e la prima di disabilità. Un promemoria potente, in una giornata che ricorda quanto il cervello sia fragile — e quanto possiamo fare per proteggerlo.