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18/11/2025 14:06
Sono state assolte, perché il fatto non sussiste, tre delle attiviste coinvolte due anni fa nel presidio davanti al rifugio “Cuori liberi” di Sairano, per opporsi all’abbattimento dei maiali presenti nel santuario. Lo ha stabilito il giudice nell’udienza predibattimentale che si è tenuta lunedì in tribunale a Pavia.
I fatti risalgono al settembre di due anni fa. Allora c’era stata una strenua resistenza per giorni da parte di una trentina di attivisti, in presidio permanente davanti al rifugio, per impedire l’ingresso dei veterinari di Ats, in esecuzione dell’ordinanza che imponeva l’uccisione dei maiali nel santuario.
Il provvedimento era stato deciso dall’Agenzia di tutela della salute, per contrastare il focolaio di peste suina africana, divampato nel rifugio. Tutto questo fino al violento blitz delle forze dell’ordine, il 20 settembre del 2023, che ha portato all’abbattimento dei suini. In tutto erano state identificate e portate in Questura oltre 25 persone. Per tre di loro la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.
Lunedì dunque l’udienza predibattimentale contro le attiviste coinvolte nel presidio, che si erano opposte all’ingresso dei veterinari nel rifugio. Un’udienza che serviva a valutare la fondatezza delle accuse a carico delle animaliste e se esistevano o meno i presupposti per dare il via al processo.
Il giudice ha deciso invece per il non luogo a procedere, perché il fatto non sussiste. La difesa ha sottolineato che quel giorno non ci fu alcun reato, ma l’esercizio legittimo di un diritto. Le persone presenti stavano proteggendo un luogo di libertà da un’azione della forza pubblica che presentava profili di illegittimità.
Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra un mese. Intanto la Rete dei santuari di animali liberi, che coordina la protesta delle associazioni animaliste, celebra un risultato “non scontato”. “I santuari non sono soli”, concludono gli attivisti, “difendere gli animali e i loro luoghi non è un crimine ma un dovere morale”.