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08/05/2025 16:01
La Bulgaria ha consegnato all’Italia Daniel D’Alessandro, detto “Bellebuono”, arrestato l’11 aprile a Sofia per l’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà dell’Inter ucciso a colpi di pistola sotto casa a Milano il 29 ottobre 2022. Un omicidio che, secondo le indagini, affonda le radici non solo nella rivalità da stadio, ma nel controllo di affari milionari: merchandising, parcheggi, estorsioni. D’Alessandro sarebbe stato uno dei due esecutori materiali, su mandato – come ha ammesso agli inquirenti – di Andrea Beretta, ex volto di spicco della curva Nord. Secondo le indagini, D’Alessandro sarebbe uno dei due esecutori materiali del delitto, insieme a Pietro Andrea Simoncini, figura legata alla ’ndrangheta.
L’omicidio si inserisce in uno dei filoni più oscuri della maxinchiesta “doppia curva”, che ha scoperchiato un intreccio tra tifo organizzato, criminalità e affari illeciti.
Intanto, mentre D’Alessandro è in arrivo in Italia, proseguono anche gli interrogatori degli arrestati nel secondo filone dell’indagine, che ha portato a sette misure cautelari per usura, estorsione e fatture false. Venerdì 9 maggio sarà sentito Mauro Russo, ex socio di Paolo Maldini e Bobo Vieri (estranei all'inchiesta) e presunto mediatore in un’estorsione legata al redditizio affare dei parcheggi vicino a San Siro.
L’inchiesta ha così ha messo in luce un sistema criminale ben più strutturato di quanto si pensasse. Qui non si parla più di tifo violento, ma di un’organizzazione che si muove con logiche d’impresa. Le mafie oggi puntano ai settori dove girano soldi: Sono imprenditoriali, dinamiche, pronte a cambiare pelle per entrare in ogni spazio lasciato scoperto dal controllo.
Da qui la necessità di un intervento deciso, non solo da parte della magistratura, Servono controlli, trasparenza, e regole chiare.