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10/09/2025 16:39
Si avvicina la fusione tra Monte dei Paschi di Siena e Mediobanca, un'operazione che può ridisegnare gli equilibri del sistema finanziario italiano. Nelle scorse ore l’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Mps ha chiuso con adesioni pari al 62,3% del capitale: di fatto, Monte dei Paschi è ora il controllore di diritto della storica banca d’affari milanese.

Dal 16 al 22 settembre è prevista poi una finestra di riapertura dell’offerta, con un obiettivo chiaro: superare la soglia del 66,7% che permetterebbe a Mps di avviare il delisting di Mediobanca - ovvero l'uscita dalla Borsa italiana - semplificare la fusione e accelerare l’integrazione. Nella stessa settimana potrebbe anche dimettersi il consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia, forse già il 18 settembre, quando è prevista una riunione del board.

"Da ieri abbiamo un azionista al 62% e di questo dobbiamo prendere atto, non è un’opinione”: così il direttore generale di Mediobanca, Francesco Saverio Vinci, in un messaggio ai dipendenti. Mediobanca, ha proseguito il dg "è una banca a cui dobbiamo qualcosa e dovere qualcosa significa rappresentarla sempre nel miglior modo possibile, quindi far valere la competenza e la qualità dei nostri professionisti e metterli a disposizione anche di una nuova realtà dove, secondo me, questo aspetto non potrà che essere valorizzato".

All'indomani della notizia del passaggio di controllo, alcuni dirigenti apicali di Mediobanca hanno venduto le loro azioni di Piazzetta Cuccia scegliendo di monetizzare i titoli anziché aderire all'offerta di Mps. Tra loro ci sono il group chief governance officer, Massimo Bertolini, il capo del legale dell'azienda Stefano Vincenzi, la responsabile delle risorse umane Alexandra Young e diversi altri: le cessioni hanno fruttato complessivamente oltre 5 milioni di euro.