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03/05/2024 16:16
Degli 8 agenti di Polizia Penitenziaria sospesi il 22 aprile con accuse pesantissime per gli abusi, torture e maltrattamenti sui giovanissimi detenuti del Carcere minorile Beccaria, cinque potranno tornare a lavoro ma non in carcere.

È la decisione del gip di Milano Stefania Donadeo, dopo l'istanza della difesa.

Tra i sospesi figura l'ex comandante della Polizia penitenziaria al Beccaria, Francesco Ferone, che potrà tornare dunque a lavorare all'Ufficio esecuzione penale esterna, ma non nel carcere minorile milanese al centro dell'inchiesta.

Il giudice ha così limitato per Ferone la sospensione, che era stata decisa con misura cautelare, dal solo esercizio dell'incarico al Beccaria, mentre potrà lavorare, stando al provvedimento, all'Uepe, dove tra l'altro già lavorava, da quando aveva terminato l'incarico di comandante al Beccaria.

Per un quinto agente, la misura è stata revocata del tutto: veniva accusato di non essere intervenuto durante le violenze, ma è riuscito a dimostrare, davanti al giudice, che avrebbe tentato, invece, di impedirle.

La stessa limitazione della sospensione al solo incarico al Beccaria, con possibilità di lavoro per l'Uepe, è stata disposta dal gip per altri tre agenti, tra gli otto in totale sospesi.

Gli altri tre non avevano presentato istanze al giudice.

Per quanto riguarda i 13 arrestati, invece, 10 rimangono in carcere, mentre gli altri 3 tornano ai domiciliari.