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13/12/2025 17:15
Questioni tecniche e genetiche, perizie, rivelazioni e nuove analisi, come quelle sugli orecchini e altri monili indossati da Chiara Poggi e ritrovati sulla scena del delitto il 13 agosto 2007. A richiederle il team di legali che assiste i familiari della vittima.
Oltre agli orecchini, una catenina con un ciondolo di un dente di squalo, alcuni braccialetti, l’orologio e la cavigliera. “Stiamo facendo molte cose tra le quali anche analizzare gli oggetti restituiti nel 2010 ai familiari. I giudici del primo processo d'appello all'epoca ce li negarono” ha spiegato all’agenzia Agi l'avvocato Gianluigi Tizzoni che da sempre affianca i Poggi.
Ora gli avvocati vogliono andare a fondo sui monili: perché non sono entrati nell’incidente probatorio? “Fu una una decisione della Procura" - ha riferito Dario Redaelli, il consulente dei Poggi al lavoro su questi nuovi aspetti. Gli oggetti di Chiara furono restituiti ai Poggi nel 2010 e sarebbero in perfetto stato di conservazione.
“Del resto - ha spiegato Redaelli alla trasmissione 'Quarto Grado' - abbiamo sempre manifestato uno spirito collaborativo e avremmo voluto metterci a disposizione di chi sta svolgendo le indagini ma non e' stato possibile e siamo sempre rimasti ai margini”.
Il 18 dicembre intanto è atteso l'epilogo del lungo incidente probatorio davanti alla giudice di Pavia Daniela Garlaschelli. Le parti stanno preparando relazioni e osservazioni sulla perizia che conferma la riconducibilità al ramo paterno di Andrea Sempio del Dna sulle unghie di Chiara Poggi: un esito che potrebbe essere confermato, ma, particolare tutt’altro che trascurabile, ad oggi sarebbe impossibile stabilire se quella traccia fosse da contatto diretto o da trasferimento.
L'incidente probatorio si annuncia come una sorta di anticipazione di un eventuale processo sul tema delle prove scientifiche con la giudice chiamata a decidere quali elementi possano essere utilizzati in un eventuale dibattimento.