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07/11/2025 17:55
Una norma che potrebbe riscrivere tutto intorno ai Giochi invernali del 2026 è al centro di uno scontro fra magistratura e governo.
Il cosiddetto decreto “Salva Olimpiadi”, varato dal governo nel giugno 2024, ha attribuito alla Fondazione Milano Cortina la natura di ente privato, sollevando subito dubbi sull’applicabilità delle regole sugli appalti pubblici. Ora, la gip di Milano ha deciso di trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale, chiedendo di pronunciarsi sul profilo della legittimità costituzionale del decreto. Il nodo? Se la Fondazione vada considerata un ente pubblico — e dunque soggetto alle garanzie e ai controlli tipici della pubblica amministrazione — oppure no.
Dal 2019, l’ente ha acquisito poteri enormi: gestisce il format, coordina infrastrutture e servizi, muove risorse pubbliche e private. Ma se è definito “privato” può sfuggire alle stesse regole che valgono per altri grandi eventi sponsorizzati dallo Stato. Il presidente Giovanni Malagò, replica con fermezza: «Ho totale fiducia in tutti i soggetti».

Se la Corte dovesse dichiarare illegittima la norma, le indagini sull’associazione per presunti affidamenti pilotati tornerebbero aperte nel pieno di una macchina olimpica già in moto. Se invece confermasse la natura privata, molte delle accuse ipotizzate finirebbero per cadere.