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18/09/2025 18:17
Dopo due anni terribili, gli allevatori della provincia di Pavia, la più colpita dall’epidemia di peste suina africana, sperano di poter gradualmente tornare alla normalità. Regione Lombardia ha infatti annunciato l’imminente allentamento (o annullamento in alcuni casi) delle restrizioni, dopo l’ok dell’Unione Europea.
Con la pubblicazione sul bollettino regionale, attesa nei prossimi giorni, decine di imprese (perlomeno quelle che hanno resistito in questi anni durissimi) potranno tornare ad accasare i suini negli allevamenti da tempo deserti.
Vediamo più nel dettaglio cosa dovrebbe cambiare, anche se il condizionale resta d’obbligo e la definizione precisa delle aree è ancora da capire, per l’area della provincia di Pavia e del Milanese. Intanto, le Zone di restrizione 3, le più dure, dovrebbero essere del tutto revocate, ad eccezione, secondo indiscrezioni rimangono di due cluster nell’area del Parco del Ticino e in quella della collina dell’Oltrepò nella zona di Rocca Susella.
Non è chiaro se qui permarrà la dicitura zona di restrizione o se ne sarà istituita un’altra. Quel che si sa è che, al di fuori di queste due aree, la filiera potrà rimettersi in moto. Con più cautela nelle zone di restrizione 2, più speditamente nelle zone di restrizione 1 o in quelli libere.
Restano però molti interrogativi a cui gli esperti dovranno dare risposte nei prossimi mesi. Una su tutte, dopo anni di inutilizzo, con tutti gli accorgimenti del caso e la sanificazione delle porcilaie contagiate, il virus sarà completamente scomparso? O potrebbe essere ancora presente, magari su un ciuffo di peli, e ancora attivo e pronto ad infettare?
Se in ambiente naturale, in assenza di contagi, dopo 18-24 mesi si può considerare neutralizzato, si può dire lo stesso per l’ambiente chiuso degli allevamenti?
Il settore, insomma, è pronto a ripartire, ma per considera l’emergenza alle spalle occorre ancora una fase di studio per vedere, nel concreto cosa accadrà.