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03/05/2024 16:05
Da un lato regione Lombardia che nelle scorse settimane ha approvato una delibera di giunta per ridurre i tempi di attesa delle prestazioni sanitarie, dall’altro medici e sindacati contrari alle modalità con cui si intende attuare tale piano: sollevando così dubbi significativi sulla sua sostenibilità e sull’impatto sul personale sanitario.

La nuova delibera di regione Lombardia propone un notevole aumento degli slot di prestazione e stabilisce tempi massimi di esecuzione rigidi per ogni prestazione, si va da 20 minuti per una prima visita oculistica, ai 40 minuti per una colonscopia con endoscopio flessibile, e soltanto 15 minuti per un’ecografia ginecologica.
Limiti temporali che, i sindacati da Anaao Assomed, alla Uil all’ordine dei medici, ritengono pericolosi, poiché rischiano di trasformare la cura in un processo meccanico, mettendo a dura prova la capacità degli operatori di fornire assistenza personalizzata e attenta e ignorando la complessità e l’individualità di ciascun caso clinico.

Ma non solo per le associazioni di categoria, ciò porterebbe ad un insostenibile aumento del carico di lavoro imposto agli operatori sanitari, che sono già sottoposti a un elevato livello di stress.

La richiesta di sindacati e associazioni di categoria è quindi quella è di mettere mano davvero alle modifiche necessarie a rendere sostenibile il sistema, ma puntando soprattutto alla valorizzazione dei professionisti senza avere come unico scopo la contabilità delle prestazioni. Con particolare attenzione: al benessere del personale, ad una vera riorganizzazione della rete ospedaliera e dell’emergenza/urgenza, e un’effettiva valorizzazione, anche economica, del merito e dell’impegno dei professionisti.