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12/12/2025 22:31
La Lombardia traina il motore nazionale della raccolta di sangue, con quasi 419mila unità prodotte, che rappresentano il 17% del totale italiano. Quasi tutte hanno potuto garantire una trasfusione, contribuendo anche alle regioni più fragili con l’invio di oltre 18mila unità. Ottimismo, quindi, ma non basta: servono più donatori di sangue e, soprattutto, di plasma, da cui derivano i farmaci salvavita. È l’appello lanciato da Avis.
È bene ricordare che il plasma è la parte liquida del sangue, che compone al 55% ed è composto principalmente da acqua, proteine, sali e nutrienti, mentre i globuli rossi e bianchi e le piastrine sono la parte più “solida” che forma il restante 45% e serve all’ossigenazione e coagulazione. La differenza ha un peso anche durante la donazione, perché globuli e piastrine richiedono circa 15 minuti per riempire una sacca, mentre il plasma 45. Ciò genera inevitabilmente maggiore paura, perché l’ago resta conficcato di più nel corpo.
Ecco perché Avis, Areu e Regione Lombardia hanno lanciato la campagna “Il plasma non è un’altra donazione”. L’iniziativa mira a sensibilizzare la popolazione sui benefici della parte liquida del sangue, la cui offerta volontaria porterebbe a un’autosufficienza sanitaria. Ciò significa meno dipendenza dall’estero e continuità terapeutica per i più fragili.
Per incentivare la donazione del sangue, soprattutto del plasma, per i donatori attuali e potenziali, Regione Lombardia ha messo in campo quasi 2 milioni di euro.