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18/09/2025 15:44
Dal primo gennaio si chiuderà un'era, quella dei monaci cistercensi alla Certosa di Pavia. I frati lasceranno ufficialmente la loro "casa", dove risiedono in forma stabile dal 1968, e la gestione del monumento passerà al ministero della Cultura attraverso la Direzione regionale Musei nazionali Lombardia. Un passaggio che avrà anche una conseguenza non da poco, quella dell'introduzione del biglietto a pagamento per poter vedere i chiostri, gli affreschi trecenteschi e il monumento funebre di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este.

La partenza della comunità monastica è stata dettata da decisioni autonome: i frati si trasferiranno all’abbazia di Casamari, in provincia di Frosinone. Per guidare questa transizione, la Direzione regionale ha affidato alla Fondazione Fitzcarraldo di Torino l’incarico di elaborare un piano strategico di sviluppo per accompagnare il rilancio della Certosa: negli anni era spesso capitato che i visitatori non potessero accedere al monumento e ai musei in certi orari del giorno.

Il vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti, era stato informato da tempo in merito alla decisione dei monaci e si è già attivato per trovare un’altra comunità religiosa, che possa garantire la celebrazione della messa domenicale “nella speranza e nel desiderio che la Certosa continui ad essere un luogo di cultura, di arte e di vita religiosa”.

Il complesso monumentale della Certosa di Pavia attira oltre 100 mila visitatori l’anno, numeri che lo rendono il primo sito turistico in provincia. Dal 1 gennaio però, senza la presenza dei frati, si perderà un po' di quella magia che ammanta questo luogo senza tempo.