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24/05/2024 14:09
È una storia di medici, infermiere, suore che aiutarono a fuggire evitando la fucilazione partigiani e dissidenti politici, per ottant’anni questa storia è stata rinchiusa tra le foglie di un grande ulivo, seminascosto, in un piccolo cortile dell’ospedale Niguarda, questa storia ora è diventata un libro “Malati di Libertà” scritto da un gruppo di storici e giornalisti Daniele Pascucci, Riccardo Degregorio, Alessandro Schiavoni, Carlo Celentano.
siamo negli anni della Seconda guerra mondiale tra il 1943 e il 1945, l’infermeria del carcere di san vittore, era appena stata bombardata, all’ospedale Niguarda vengono così portati detenuti politici feriti e ammalati. È da qui che allora prende vita questa storia di ribellione e solidarietà.

Rocamboleschi furono i modi che suore e medici del Niguarda si inventarono per far fuggire i detenuti: travestimenti, gambe ingessate e finte diagnosi e malattie.
Testimonianze dirette e documenti raccolti in tre anni di lavoro, malati di libertà racconta anche la solidarietà degli abitanti del quartiere Niguarda, le donne e il parroco davano infatti rifugio ai partigiani scappati dall’ospedale che non si dimenticarono mai del gesto di carità che gli aveva salvati.