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07/05/2025 16:47
Tre giorni di astensione dalle udienze per protestare contro il nuovo "decreto legge sicurezza": è questa la risposta dell’Unione delle Camere Penali Italiane, affiancata da numerosi avvocati, accademici e membri della magistratura. Una mobilitazione corale e trasversale, che denuncia con forza non solo i contenuti del provvedimento, ma anche il metodo con cui è stato introdotto.

Il decreto, inizialmente proposto come disegno di legge e rimasto in Parlamento per circa un anno, è stato improvvisamente convertito in decreto legge, invocando una "straordinaria necessità e urgenza" che, secondo i penalisti, semplicemente non esiste.

Al centro delle critiche ci sono norme definite “repressive” e “contraddittorie”. Tra le più discusse, la nuova aggravante per la rivolta in carcere, che introduce sanzioni anche in caso di “resistenza passiva”.


Il decreto è stato ribattezzato “decreto sicurezza”, ma per i penalisti il nome è ingannevole.