Videonews


18/11/2025 21:49
Aveva 89 anni e un fisico già debilitato l’anziano deceduto dopo aver contratto la legionella nel quartiere San Siro, dove è scoppiato un nuovo focolaio. L’uomo ha perso la vita il 3 novembre scorso, mentre altri 7 pazienti sono stati invece ricoverati tra gli ospedali San Paolo, San Carlo e Sacco e tre sono stati dimessi. Non tutti sono anziani, in cura ci sono un uomo di 50 anni e una donna di circa 40, ma l’Ats di Milano ha informato che tutti i casi registrati erano predisposti alla contrazione della legionellosi, la malattia derivante dal batterio.
La zona colpita è adiacente a via Rembrandt, dove sono presenti diversi alloggi popolari di Aler, ma l’azienda ha informato di non essere al corrente del coinvolgimento delle proprie case nel focolaio. Le persone colpite dal batterio non si conoscono tra di loro, l’area interessata in effetti è vasta circa un chilometro quadrato e si estende tra via Tracia a nord, via Rubens a est, via Martinetti a sud e via Capecelatro a ovest. Un’ampiezza considerevole ma nemmeno troppo, che ha portato subito a pensare a un’origine unica del contagio. Ats ha effettuato campionamenti d’acqua nelle abitazioni ma anche in luoghi pubblici del quartiere come fontane e impianti di condizionamento.
La legionella può annidarsi nelle tubature e nelle torri di raffreddamento e la sua moltiplicazione è favorita anche dalla presenza di ruggine, incrostazioni o calcare nelle reti idriche, nei rubinetti e dai ristagni, soprattutto alle temperature critiche per la sua proliferazione, tra i 20 e i 45 gradi. È quindi anomalo che il focolaio sia stato registrato a novembre, ma a pensarci nemmeno troppo. Il tempo di incubazione, infatti, varia tra i due e i dieci giorni, quindi il batterio ha circolato nel periodo del mese in cui il freddo ancora non picchiava.
Il batterio si trasmette tramite vapore acqueo e non da persona a persona, né bevendo l’acqua o utilizzandola per lavare gli alimenti. Può provocare febbre, raffreddore, tosse e nei casi più gravi anche polmoniti letali. Nel quartiere di San Siro, però, la vita procede quasi tranquilla, forse perché l’emergenza non è ancora stata percepita.