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17/11/2025 18:43
Gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli hanno presentato il ricorso contro la condanna di Fares Bouzidi, il 22enne alla guida dello scooter dove ha perso la vita l’amico che era con lui, il 19enne Ramy Elgaml, dopo lo schianto avvenuto al culmine di un inseguimento con i carabinieri tra via Ripamonti e via Quaranta a Milano, il 24 novembre scorso.
Fares è stato condannato a giugno a 2 anni e 8 mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale dal gup Fabrizio Filice, nel processo in cui i sei carabinieri delle tre macchine dell'inseguimento erano parti civili per "danni morali”. Ed è proprio per i comportamenti adottati dai militari durante la corsa che i due legali del 22enne hanno avanzato il ricorso, giudicando che le espressioni da loro utilizzate e registrate dalle telecamere in dotazione rivelino "un atteggiamento di disprezzo e sopruso" e una condotta prepotente e tracotante, “sproporzionata rispetto alle finalità perseguite”.
Gli avvocati Piazza e Romagnoli hanno chiesto alla Corte d'Appello che i giudici riconoscano "la non punibilità" del ragazzo, in quanto sostengono che i carabinieri una volta acquisita la targa dello scooter avrebbero dovuto interrompere l’inseguimento e non proseguirlo, perché la conseguenza è stata, secondo loro, un “aggravamento del rischio per la collettività e per l’incolumità dei passeggeri” del mezzo a due ruote. Per il giudice che ha condannato Fares, invece, la condotta del giovane è stata “illegale e antidoverosa” ed è concepibile che gli agenti abbiano ipotizzato una motivazione più grave alla base della fuga.
Bouzidi intanto resta indagato con il carabiniere alla guida dell’ultima auto coinvolta nell’inseguimento per omicidio stradale e la Procura milanese, dopo aver chiuso le indagini, deve decidere se rimandare o meno entrambi a giudizio.