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AMORI E PASSIONI - Attualità del melodramma

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21/08/2025 18:53
Era il 1975, quando venne fatto saltare il lucchetto di uno stabile di via Mancinelli, un piccolo edificio al quartiere Casoretto, che è diventata la prima sede del centro sociale Leoncavallo. Si trattava del comitato di inquilini di uno dei quartieri più a sinistra di Milano. Di lì a breve si sarebbero trasferiti in via Leoncavallo, la strada che ha dato il nome al centro sociale, che è diventato un vero e proprio simbolo della Milano antagonista. Sono gli anni dell'autonomia, delle occupazioni delle case, ma anche della lotta allo spaccio, che per i leoncavallini diventa un punto d'orgoglio. Proprio in via Mancinelli vengono uccisi Fausto e Iaio, i due giovani impegnati nella realizzazione del libro bianco sulla droga. L'impegno politico è all'ordine del giorno. Ex cattolici, comunisti e anarchici oltre che extra parlamentari sono i gruppi che animano la vita alternativa. Negli anni '80 arrivano i concerti punk e poi il rap, sempre con la minaccia di sgomberi. La milano da bere non ama il Leoncavallo, ma ci convive per un po'. Fino al primo sgombero nel 1989. Gli occupanti resistono fino al 1994, quando verrà occupata, dopo un periodo senza sede la cartiera di via Watteau. Dagli anni '90 in poi, nonostante la vicinanza con Rifondazione comunista, l'impegno politico ha un ruolo sempre minore, e il ruolo del Leoncavallo cambia.

Dagli anni 2000 in poi prende sempre maggiore centralità l'impegno per la legalizzazione della mariuana, ma non c'è nessuna rinuncia alle storiche attività del centro:tavole rotonde, dibattiti e concerti fino allo sgombero di giovedì, che rischia di chiudere una storia iniziata 50 anni fa e che non ha ricoperto un ruolo centrale a Milano. .