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29/10/2025 17:05
A Milano, le regole varate in maggio per contenere la movida — dalle restrizioni sugli orari dei dehors alla vendita di alcolici per asporto — stanno per scadere. Dal 5 novembre non saranno più in vigore nei quattordici quartieri interessati.
L’idea dell’amministrazione era: tutelare il riposo dei residenti, limitare schiamazzi e consumo fuori controllo nelle ore notturne.
Ma sul fronte dei cittadini e dei comitati la valutazione è ben diversa:
«Il provvedimento è stato totalmente inutile, le misure non hanno funzionato», afferma la portavoce del comitato per il diritto al riposo notturno di una zona centrale di Milano.
Secondo loro, i divieti erano facilmente elusi e nel complesso non hanno inciso sulla sostanza del problema: dehors attivi oltre l’orario consentito, bevande alcoliche vendute e consumate in strada, rumori che continuano a superare i limiti consentiti di notte (70-80 decibel rilevati).
Dal lato commerciale, invece, l’ordinanza viene vista come un freno, più che come una soluzione: locali che lavorano fino a tardi si sono dovuti adattare a norme che, secondo loro, non hanno avuto efficacia reale.
Il risultato è che l’amministrazione comunale annuncia tempi più lunghi per una revisione strutturale: l’ordinanza verrà probabilmente resa permanente solo da maggio 2026, mentre nel frattempo le vecchie norme decadono.
In sintesi: a Milano, la lotta alla movida notturna disordinata resta aperta. Ma i comitati parlano chiaro: i divieti introdotti fino ad oggi non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati. E ora si apre la sfida della revisione dal basso — con una domanda chiara: «Come impedire che le regole restino sulla carta e non cambino davvero la vita dei quartieri?»