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07/05/2024 17:26
Emergono nuove testimonianze sconcertanti sul caso dei maltrattamenti e torture ai danni dei detenuti del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano. A mettere a verbale davanti ai pm che “tutti sapevano degli abusi di potere da parte degli agenti di polizia penitenziaria” è stata una "dirigente psicologa", ex consulente del carcere minorile Beccaria,
La professionista, sentita dagli inquirenti nel giugno dello scorso anno, rispondendo alle domande dei pm ha parlato di un "incremento delle violenza" nel carcere minorile da parte degli agenti della Penitenziaria "negli ultimi due anni".

Il verbale è agli atti delle indagini che hanno portato il 22 aprile a 13 arresti e 8 sospensioni di agenti. La psicologa ha spiegato che aveva raccolto le confidenze di una ragazzo detenuto, il quale le aveva raccontato che "in due-tre agenti 'lo avevano sistemato'" e che lei aveva anche visto "dei segni e un gonfiore". Di quelle violenze, secondo la teste, il giovane avrebbe parlato anche coi vertici della struttura.

E non solo: già il 22 novembre del 2022 una dottoressa presso il carcere minorile Beccaria di Milano, aveva segnalato, dopo una visita medica su un minore detenuto, che quest'ultimo "presentava un vistoso ematoma sulla spalla destra" ed "ecchimosi sul lato destro del collo".
E che le aveva riferito di essere stato "aggredito da più agenti di Polizia penitenziaria qualche giorno prima".

D’altro canto, gli agenti finiti in manette per le indagini, si difendono tramite i loro legali, sostenendo che non vi fu “Nessuna tortura. Al massimo 'legittima difesa'.

Martedì 7 maggio gli avvocati hanno presentato ricorso presso il Tribunale del Riesame contro l'ordinanza di custodia cautelare.