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27/10/2025 19:17
Per la Procura generale milanese, le manifestazioni con centinaia di persone che ogni anno fanno il saluto romano schierate come formazioni paramilitari non sono meramente commemorative ma rappresentano un pericolo di ricostituzione del partito fascista. La sostituta procuratrice generale di Milano Olimpia Bossi lo ha ribadito intervenendo nel processo d'appello a carico di 13 esponenti dell'estrema destra per i saluti romani, dopo la cosiddetta "chiamata del presente", il 29 aprile 2018, al corteo che si tiene ogni anno nel capoluogo lombardo in memoria di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso da un commando di Avanguardia Operaia nel 1975.
In primo grado, nel luglio 2023, i tredici imputati sono stati condannati a 4 mesi. La procuratrice generale Bossi ha quindi ribadito, davanti alla quarta sezione penale della Corte d'Appello, la richiesta di conferma del verdetto del Tribunale milanese per il reato di manifestazione fascista, previsto dalla legge Scelba. Non è quindi vero, continua Bossi, che la Cassazione con la nota e recente sentenza abbia escluso la natura di reato del gesto, a differenza di alcune ricostruzioni mediatiche, ma ha spiegato che bisogna capire se quel gesto sia tale da costituire un pericolo attraverso la propaganda di idee fasciste.
E, secondo l’avvocato Federico Sinicato, legale di parte civile dell’Anpi, la norma vuole evitare queste manifestazioni in luogo pubblico che hanno la capacità di suggestionare terze persone. Di tutt’altro avviso gli avvocati Procaccini, Giancaspro e Radaelli, legali degli imputati, che hanno rimarcato che l’iniziativa si tiene dal 1976 e che è sempre stata riconosciuta come commemorativa.