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23/05/2024 18:18
Quanto potranno costare le inchieste in corso sull’urbanistica a Milano? 38 miliardi in dieci anni per l’economia cittadina, tra i 60 e gli 80 milioni di euro l’anno per il comune. A fare i conti è un’istituto di ricerca indipendente, Scenari Immobiliari, che nelle scorse ore ha espresso alcune valutazioni a margine della presentazione della ricerca “Osservatorio sull’Abitare 2024”. Stime che si basano su dati oggettivi. Da qui al 2035 erano previsti a Milano investimenti immobiliari per quasi 20 miliardi di euro, che avrebbero portato a un indotto di ulteriori 26 miliardi. A chi pensa che siano cifre gonfiate si può rispondere che negli ultimi dieci anni anni gli investitori internazionali hanno fatto acquisti in città per per circa 40 miliardi, a dimostrare che l’ordine di grandezza è quello. Investitori che, immediatamente dopo l’esplosione delle numerose inchieste della magistratura che indagano sull’effettiva regolarità di autorizzazioni a costruire date, secondo le accuse, con eccessiva disinvoltura, si sono già spostati su altre località. Immediatamente fuori Milano, basta che sia un altro comune, oppure letteralmente altrove. E chi rimane a investire entro i confini meneghini si starebbe muovendo in maniera più cauta. Non sono solo le stime di un pur autorevole istituto di ricerca come Scenari Immobiliari: dallo scorso gennaio il numero di pratiche edilizie presentate a palazzo Marino è effettivamente “crollato di oltre il 50%”. A dirlo è l’assessore comunale alla rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, che ha risposto in commissione a una domanda del consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico proprio sulle conseguenze delle inchieste sull’urbanistica. Tradotto in soldoni, Tancredi ha parlato, solo per questi primi cinque mesi del 2024, di mancati introiti al comune dell’ordine di “alcune decine di milioni di euro” riguardo agli oneri di urbanizzazione. Non distanti quindi dai 60-80 milioni all’anno previsti da Scenari Immobiliari, considerando che siamo solo a maggio... Va infine considerato che la mancanza di un’offerta di abitazioni nuove porta a un ulteriore rialzo dei prezzi di quelle esistenti, dato che la domanda continua a essere alta. Si capisce quindi perché da più parti si chiede alla politica romana di istituire una sanatoria su tutte quelle situazioni in cui, a Milano, si sono date autorizzazioni per ristrutturazioni che prevedevano nuove costruzioni, come i casi in cui venivano costruiti mini-condomini nei cortili di vecchi palazzi. Molti, però, si interrogano sull’opportunità di queste operazioni, tanto che mercoledì sera diversi comitati ambientalisti si sono riuniti davanti a palazzo di giustizia per dire no a quello che hanno ribattezzato il “condono salva grattacieli”. E nemmeno la politica sembra essere così convinta, tanto che, dopo le aperture del ministro Salvini, il governo ha deciso di lavarsene velocemente le mani per rimettere tutto alla volontà del Parlamento.